Non è la prima volta che le dichiarazioni di papa Francesco provocano riflessioni e meraviglia, se non proprio stupore.

Questa volta spiazzano in quanto c’è di mezzo la vita di migliaia di cittadini alle prese con un conflitto che a quanto pare nessuno ha voglia di voler far terminare. E nel bel mezzo di questa guerra la definizione di papa Francesco che definisce il patriarca della chiesa russa-ortodossa quale “chierichetto di Putin” ci sembra davvero inopportuna, e diplomaticamente “folle”. Questo soprattutto se lo stesso si proponeva di intraprendere un dialogo con Putin tramite Kirill. Qualsiasi buon parroco di campagna avrebbe evitato simili affermazioni, consapevole di quanto sono forti i rapporti tra stato e chiesa russa e che quindi quanto possano affermazioni come queste legittimare il presidente russo ad inasprire il conflitto, giustificandolo anche con un attacco alla propria chiesa.

A meno che le intenzioni della santa sede non siano proprio quelle di dare un colore “religioso” a questa guerra e di avviare l’ennesima crociata fra cristiani.

Se non questo, quindi perché’ proferire simili affermazioni? Forse Bergoglio non è ben conscio del proprio ruolo continuando ad essere il disinvolto parroco argentino di tristissime e dubbie vicende o piuttosto obbedisce anche lui a concretizzare disegni anglosassoni?

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