5 REFERENDUM PER FAR RIPARTIRE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA ITALIANA

E DIFENDERE LE LIBERTA’ COSTITUZIONALI PERCHE LA GIUSTIZIA E’ AMMINISTRATA NEL NOME DEL POPOLO ITALIANO.

L’ESERCIZIO DELLA GIUSTIZIA RIGUARDA TUTTI,

Il Parlamento da sempre troppo diviso sul fronte della giustizia non riesce ad avviare un processo di riforma che tutti reputano necessario ed urgente.

I cittadini possono farlo partecipando al Referendum del prossimo 12 Giugno ai cinque quesiti proposti

Primo quesito: LIMITAZIONE DELLA CUSTODIA CAUTELARE

La norma vigente prevede che una persona possa essere portata in carcere se vi è “il rischio che possa commettere un reato della stessa specie di quello per cui si procede”. E’ una misura coercitiva per cui un indagato in attesa del giudizio viene privato della libertà e ristretto in carcere, con violazione del principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva. L’indeterminatezza di tale norma è la principale causa dell’eccessivo ricorso alla custodia cautelare in Italia.

Il quesito chiede di eliminare la valutazione della cd reiterazione del reato dai motivi per cui i giudici dispongono il carcere.

Secondo quesito: SEPARAZIONE DELLE FUNZIONI DEI MAGISTRATI

Le disposizioni vigenti prevedono che un magistrato possa ricoprire sia una funzione requirente che giudicante. Tale circostanza è una delle principali cause di cattivo funzionamento della giustizia penale italiana, fonte di una strutturale disparità tra accusa e difesa

Il quesito chiede lo stop alle cd porte girevoli impedendo al magistrato di passare dal ruolo di giudicante a quello di Pm durante la sua carriera, ma di scegliere una volta per tutte la funzione da ricoprire.

Terzo quesito: SOSPENSIONE, INCANDIDABILITA’ ED INELEGGIBILITA’ DI POLITICI CONDANNATI

La legge Severino (D.lgs. 235/2021) prescindendo dalla casistica dispone l’automatica invalidabilità, ineleggibilità e decadenza di parlamentari, componenti del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori in caso di condanna penale e sospensione degli amministratori anche se condannati in via definitiva. Spesso però questo meccanismo automatico è solo un espediente demagogico del cd populismo giudiziario che minano la giustizia italiana e le libertà del cittadino.

Il quesito chiede di abrogare l’automatismo detto della cd legge Severino.

Quarto quesito: CONSIGLI GIUDIZIARI

Prevedere una componente laica –avvocati e professori universitari- nei Consigli giudiziari che valutano la competenza e professionalità dei magistrati.

Il quesito chiede che vi sia la possibilità di partecipazione di tale componente laica a tutte le delibere del Consiglio direttivo della Corte Costituzionale e dei Consigli Giudiziari, con conseguente valutazione.

Quinto quesito: LE COSIDETTE “CORRENTI” IN MAGISTRATURA

Limitare le cosidette correnti di marcato orientamento politico nella magistratura il cui operato, come ha evidenziato la vicenda Palamara, ha minato la fiducia verso i giudici, prevedere e stabilire che TUTTI i magistrati in servizio possano candidarsi al CSM. Ad oggi, affinché un magistrato possa candidarsi come componente al CSM sono necessarie da 25 a 50 firme di sostegno. Il quesito chiede l’abrogazione di tale requisito.

IL 12 GIUGNO PARTECIPIAMO AL VOTO SUI 5 REFERENDUM

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