L’Italia dovrà riottenere la propria libertà e successivamente bisognerà aiutare il resto dell’Europa a fare lo stesso.
Disegnare una politica internazionale assolutamente immutabile appare quanto mai complicato dovendosi sempre ben analizzare scenari assolutamente mutevoli, soprattutto nei prossimi anni post pandemia e post guerra.
Sicuramente il Nostro Paese dovrà riappropriarsi della propria sovranità e sfruttare a proprio vantaggio le tensioni che si genereranno tra le superpotenze mondiali, tenendo ben presente gli idealismi che storicamente sono parte del Popolo italiano
Noi, ALTRI per andare oltre, ci definiamo FORTEMENTE EUROPEISTI.
Siamo infatti consapevoli che vecchi e antiquati nazionalismi sono lontani dalla realtà e poco auspicabili in un contesto geopolitico che vede le nazioni tutte interconnesse tra loro senza soluzione di continuità.
D’altro canto, l’Unione Europea odierna non ha nulla a che vedere con l’idea di Europa che a Noi interessa.
Siamo quegli estremisti dell’europeismo politico in quanto sicuri che l’Europa, tutta, unita con legami innanzitutto politici, possa essere quella che i padri fondatori si auspicavano e questo “estremismo europeista” ci porta a condannare quella che in molti vogliono farci credere quale l’unica Europa possibile, ovvero l’unione europea attuale.
ALTRI per andare oltre si vuole fare interprete di sentimenti che valutino, con obiettività e frutto di amor di Patria, l’organizzazione transnazionale definita Unione Europea.
L’Unione Europea, infatti, negli ultimi decenni si è dimostrata lontana dallo spirito dei padri fondatori, che vedevano e speravano, forse, in una Europa unita, l’unione di popoli europei; quei popoli che si erano combattuti durante il secondo conflitto mondiale, che erano il frutto delle antiche dinastie regnanti nel vecchio continente fino ai primi decenni del 900.
L’unione europea non è quella Europa desiderata. Non è Europa.
L’unione europea è sempre più considerata, a buon vedere, come il becchino delle sovranità nazionali e dei popoli d’Europa. L’obiettivo dell’UE attuale è quello di sostituire la democrazia e la cultura dei popoli europei con il neoliberismo. Non è questa la visione che noi, ALTRI, abbiamo dell’Europa.
Siamo consapevoli che l’attuale modus operandi della Commissione europea è finalizzato esclusivamente ad agganciare le Nazioni europee al treno statunitense (quali carri legati ad una motrice) ed al suo braccio armato, la NATO, nella azione fin poco celata di cancellazione della storia dei popoli europei e delle proprie tradizioni, per amalgamarne in un unico contenitore con governi impotenti e consenzienti con lo scopo di consegnare le nazioni all’unilateralismo e all’imperialismo statunitense.
Noi, ALTRI per andare oltre, sappiamo che i popoli d’Europa non hanno bisogno dell’Unione europea, ma di un sano confronto fra culture, idee e tradizioni, consapevoli che è dal confronto che si ottiene sviluppo, crescita e futuro. Confronto che vediamo vivo e protetto solo se è libero da interessi particolari e di terzi (agenzie di rating, paesi d’oltreoceano, grossi poteri finanziari) e situato in un contesto dove sia la politica, e gli accordi da essa derivanti, a dettare le regole del gioco.
Noi, ALTRI per andare oltre, saremo promotori della Europa Politica (Europa dei popoli) che sostituisce questa Unione Europea e questa visione che fa del nostro continente nulla più che l’Occidente americanizzato. L’unione europea altro non è se non una associazione di paesi imposta dall’esterno (dagli USA, oltre che dalle lobby finanziarie) che non ha mai avuto nei confronti dei Paesi che la compongono la minima intenzione positiva.
Siamo oltremodo consapevoli che la guerra per procura, la guerra che senza eserciti l’occidente, la Russia e l’oriente stanno combattendo NON CI DEVONO VEDERE QUALI PEDINE sullo scacchiere mondiale mossi dal solito giocatore americano ma possibilmente ci deve vedere diretti interessati, giocatori della nostra partita.
Il mondo non è più eurocentrico, e nemmeno atlantico-centrico.
Il mondo sta diventando sempre più asia-centrico con le due super potenze (Russia e Cina) sempre più vicine in una alleanza politica, militare e commerciale nella lotta all’imperialismo americano che ben presto potrebbe creare conseguenze pericolose (vedasi aumento dei costi dei prodotti energetici) per il continente europeo.
La via proposta è quindi, quella di un’Europa politica e sociale in forte antitesi all’Europa di oggi, privata tra le altre cose, di una vera visione di politica estera quanto di difesa comune.
Proponiamo, quindi, soluzioni diverse che sono molto lontane dal semplice e fin troppo demagogico antieuropeismo fine a sé stesso e sicuramente disfunzionale rispetto al nostro obiettivo di un’Europa Sovrana ed indipendente rispetto ai principali poli geopolitici mondiali.
Una terza via quindi tra un ritorno al nazionalismo più becero e pericoloso, oltre che perdente, e l’acritica e passiva accettazione di un modello di Ue impostato sui desiderata dei tecnocrati occidentalisti. Siamo consapevoli che in un quadro strategico internazionale che ci veda come partecipanti a nuovi scenari in totale autonomia dall’imperialismo americano, l’Italia può riacquistare la sicurezza delle sue coste e dei suoi confini e la difesa degli interessi nazionali.
Un nostro riposizionamento nella nuova Europa deve preveder come primo passo l’uscita dell’Italia dal sistema EURO, un sistema, creato ad arte per impedire ad ogni stato di mantenere la propria sovranità monetaria, stampando il proprio denaro.
L’EURO ha significato la strozzatura dei sistemi economici di ogni singolo stato, l’aumento incondizionato dei debiti pubblici delle economie nazionali nei confronti della banca centrale europea, la costrizione all’uso ed all’acquisto di moneta corrente stampata dalla banca tedesca e l’arma con cui si è centuplicata l’inflazione di ogni singolo paese, soprattutto di quelli con economie più deboli e posizioni geografiche periferiche e marginali.
L’Italia deve tornare a battere moneta.
Si deve fare della Banca d’Italia uno strumento dello Stato ed alle banche si devono imporre limiti inferiori all’attuale tasso di usura, ricordando a grande impresa, assicurazioni e banche appunto, che è Lo Stato garante ma anche arbitro della liceità dei loro profitti. Noi dobbiamo perseverare nel rivendicare la sovranità monetaria, e riguadagnare indipendenza rispetto alla BCE e alla moneta unica.
POLITICHE SANITARIE
Il nostro movimento si pone in contrasto con qualsivoglia logica aziendalista in merito all’assistenza alla salute.
Negli ultimi decenni tale concezione dell’assistenza sanitaria ha determinato una mancata valorizzazione e tutela del cittadino, il quale non risulta più concepito come fulcro dell’attività assistenziale a vantaggio di una più forte attenzione alle logiche di bilancio.
Si rende quindi necessario ristrutturare il SSN in modo tale che ritorni ad essere “unità” di supporto al tessuto sociale e non più “azienda”.
Allo stesso modo la natura dei tempi odierni determina una conseguente presa d’atto di quanto debba essere posta in primo piano la velocizzazione dei percorsi assistenziali, con necessario snellimento degli organismi burocratici e più marcata informatizzazione dei percorsi clinici.
Incentivare politiche a supporto delle famiglie degli operatori sanitari con conseguente riordino degli orari di servizio a seguito di richieste soprattutto derivanti delle madri lavoratrici, siano esse medici, infermieri o qualsivoglia altra figura professionale.
Noi, ALTRI per andare oltre, ci poniamo in pieno supporto ed ascolto in merito alle richieste ed agli stimoli originati dal personale afferente al comparto; nella logica secondo la quale per preservare la salute della popolazione è necessario, in primo luogo, preservare chi nella sanità opera quotidianamente.
Potenziamento dell’A.D.I. Assistenza Domiciliare Integrata: si rende necessario come potenziale strumento diretto ad un alleggerimento del carico assistenziale all’interno delle U.O. con conseguente snellimento dei costi, miglioramento della qualità assistenziale e maggior preservazione dello stato pico fisico del paziente.
Potenziamento dei servizi mobili di emergenza/urgenza: partendo da realtà territoriali a più alta densità abitativa ed a più alto tasso di criminalità: con più stretta e veloce connessione e collaborazione con i presidi di polizia: questo provvederà ad una migliore tutela degli operatori sanitari.
Inasprimento delle pene nei casi in cui si verifichino episodi di interruzione di pubblico servizio nel corso delle attività clinico-assistenziali.
L’assistenza alla salute al pari della famiglia, del lavoro, del contenimento dei fenomeni criminali deve essere pensata e concepita come base della società in un’ottica di valori etici finalizzata ad arginare fenomeni di corruzione ed in favore di una più forte specializzazione anche del personale non medico, ciò deve essere ottenuto in comunione d’intenti con i vari ordini professionali in modo da avviarsi ad una più efficiente modernizzazione del sistema nel suo insieme.
Strutturare quindi percorsi di specializzazione nelle varie ramificazioni della scienza medica anche per infermieri ed altri operatori della salute così come già vale per il personale medico. Allungamento dei percorsi di studio riguardanti le professioni sanitarie dagli attuali tre ai cinque anni obbligatori comprensivi delle attività di tirocinio e percorsi di specializzazione scelti dagli studenti.
Aumentare la capillarità dei punti di pronto soccorso anche in zone territoriali limitrofe a quelle a più alta densità abitativa: con l’obiettivo di decongestionare le richieste assistenziali nei confronti dei presidi a più alta affluenza.
Istituire commissioni di vigilanza con dovere ispettivo che coinvolgano le richieste sia dell’utenza che degli operatori sanitari e che vadano a monitorizzare l’attività assistenziale non soltanto all’interno dei maggiori presidi ospedalieri. Tali commissioni saranno formate da esperti nominati dai governi regionali omettendo conflitti d’interessi.
Ci si pone in favore di politiche di sviluppo e ricerca in ambito sanitario, soprattutto se formulate a livello nazionale con coinvolgimento, quindi, degli apparati statali in collaborazione con l’industria nazionale italiana, ciò anche in favore di una migliore razionalizzazione delle risorse economiche ed una maggiore autonomia nazionale.
Avviare un programma di ristrutturazione e rimessa in opera dei presidi sanitari dismessi; pensando a questi come una riserva a sostegno non solo della parte della popolazione italiana più anziana, ma anche come ad una riserva di posti letto i quali, quest’ultimi, hanno subito nel corso degli anni più recenti un inesorabile “taglio “per opera di politiche governative scellerate risultanti da logiche economiche estranee alla preservazione della tutela della salute.
Attivazione di “guardie mediche pediatriche” le quali andranno a sostenere ed in buona misura risolvere parte della pressione dell’utenza a carico dei P.S., ciò determinerà supporto concreto all’istituzione familiare.
Regolarizzare e sostenere le richieste di rientro lavorativo verso le regioni d’origine avanzate dal personale del comparto con un risultante: iniezione di forze lavorative al sud e ristrutturazione degli organismi familiari.
Riordino del piano pandemico nazionale: formulazione di un piano pandemico nazionale con rivalutazione ed aggiornamento a livello annuale e che ceda primaria attenzione alla propria natura nazionale prima ancora che alle direttive impartite dall’unione europea o dall’OMS.
Netta abolizione di qualunque provvedimento che presupponga la sospensione del lavoratore non vaccinato.
Poniamo un netto diniego nei confronti di qualsivoglia logica di bilancio statale che possa contraddire piani rivolti al progresso, alla modernizzazione ed alla tutela dell’originalità del SSN, soprattutto se tali contraddizioni provengono da fautori del disavanzo pubblico e sperpero delle risorse della Nazione.
Il nostro movimento pone la difesa e la tutela della salute del cittadino come elemento fondamentale per la prosecuzione della vita dell’Italia nella storia.
ALTRI IN MOVIMENTO PER L’AMBIENTE
Le proposte che facciamo devono partire e coinvolgere i cittadini, promotori, utenti e clienti del sistema green che vogliamo sviluppare.
Mobilità sostenibile – si vuole prendere in considerazione una mobilità sostenibile vera con mezzi green, con approvvigionamento da fonti rinnovabil. Mobilità dei mezzi pubblici e istituzionali, passando per la creazione di viabilità cittadine finalizzate all’utilizzo di mezzi di locomozione ecologici, e viabilità pensata anche per i portatori di handicap. Pensiamo alla energetica degli stabili istituzionali e alla rivalutazione e riconversione delle strutture immobiliari del demanio in disuso (riconversione, per esempio, delle ex caserme in strutture circondariali e di rieducazione).
Sicurezza ed efficientemente delle strutture scolastiche. Mai più scuole che crollano. Basta con le scuole fuori norma per sicurezza ed impatto ambientale, dove sempre più occorrono fondi per mancanza dovute ai tagli dei ministeri.