Noto, con vivo piacere, una levata di scudi contro la malsana determinazione del Ministro, di un Governo in crisi, finito, imploso, Luciana Lamorgese, di sostituire sulle carte d’identità dei minorenni la dicitura “Padre” “Madre” con il generico “Genitore1” e “Genitore2”.Quanto dichiarato dal Ministro, di un Governo in crisi, finito, imploso, è la ferrea determinazione di un progetto della Sinistra iniziato anni orsono, con l’istituzione dell’aborto, che vuole la disgregazione della famiglia naturale.E’ un processo lento, che viene da lontano, come abbiamo detto. Un susseguirsi di azioni, in stile “finestra di overton” che ha come scopo ultimo la negazione delle soggettività personali in favore di un collettivismo sociale di marxista memoria.Da anni le politiche sociali dei vari governi hanno spinto, più o meno apertamente, in questa direzione.
Le motivazioni sono facili da comprendere: l’ossequio della politica mondialista e globalizzante a logiche aberranti portate avanti da ben individuate lobby che propugnano una società costruita su modelli diversi, anzi antitetici, a quelli sui quali si fonda la nostra millenaria civiltà. Aborto, omosessualità, droga, pedofilia, sono solo alcuni degli strumenti di cui si servono per il raggiungimento dei loro scopi.
Quindi, bene leggere post d’indignazione, di rigetto, di condanna, sui Social. Ma, bisogna rendersi conto che questo non basta.Non saranno certo dei post, per quanto giusti e condivisibili, a fermare la follia che si è impadronita dei politici di Sinistra. No, certamente non basteranno.
Bisogna, per avere qualche speranza di salvare questa nostra Nazione, individuare i responsabili, isolarli e colpirli con l’emarginazione politica. Impedendo loro di arrivare nei posti decisionali, il Parlamento.I post, le romantiche rivendicazioni, scorreranno via senza lasciare segno se permetteremo loro ancora di essere al Governo dei migliori.
Rimbocchiamoci le maniche allora, cerchiamo di essere consequenziali, di adoperarci perché le cose che diciamo nei post diventino realtà legislative.Se veramente crediamo in ciò che diciamo e scriverlo non è mero esercizio dialettico, allora non perdiamo tempo.
Adesso è il momento di agire, il futuro dei nostri figli si scrive adesso.
Il resto è Nulla