Abbiamo volutamente aspettato che il nuovo governo di centrodestra si insediasse per poter esprimere un parere a riguardo; li abbiamo visti tutti i neo ministri (non tanto neo del resto) che giuravano nelle mani di Mattarella, a nostro avviso l’artefice del piano che ha portato alla “caduta” del governo Draghi e alla elezioni a fine settembre. Di quanto avevamo da mesi denunciato, ovvero che quella della Meloni non era una opposizione ma esclusivamente un ruolo da reggere, ne abbiamo avuto subito conferme. Gia con l’elezione di La Russa a presidente del Senato con i voti del Pd o del terzo polo escludendo che possa essere intervenuto il supporto dei cinquestelle a riguardo (ipocriti si ma non fino a questo punto) avevamo visto la simbiosi tra tutte le forze parlamentari.
I nomi della squadra di governo sono la conferma al fatto che il governo Meloni, che ha prontamente fatto atto di fede all’atlantismo Nato, non solo non avrà discontinuità con il governo dei migliori che lo ha preceduto ma che ne è la continuità non solo programmatica ma anche de facto in considerazione del fatto che alcuni dei ministri già presenti nel governo Draghi con ruoli pressoché centrali, sono stai riconfermati con il governo Meloni.
Casellati, già ex presidente del senato riconfermata attuale ministro per le riforme ma sopratutto Giorgetti, filodraghiano, atlantista sempre più leader della lega che presiede il dicastero dell’economia e finanza e cede il contentino a Salvini riponendolo alla vice presidenza del consiglio dei ministri. Notizia di oggi quella che Cingolani, già ministro della transizione ecologica che con il governo Meloni sarà consulente del presidente dei consiglio dei ministri; non sia mai che la Meloni volesse discostarsi da quelle che sono le indicazioni a riguardo d’a oltre oceano.
Noi non ci fidiamo di questo governo figlio di una legislatura nata malissimo. Come direbbe La Russa: ”diciamocelo”. Il governo Meloni è tenuto in vita da chi gestisce i voti in parlamento. Cosi come è stato possibile eleggere il presidente del Senato, senza con il supporto esterno allo stesso modo, la stessa mano potrebbe quando vuole staccarne la spina.
Il nuovo governo nasce senza una discussione su argomenti di interesse generale o ancora di più su argomenti di interesse etico e morale. Per non parlare delle azioni di politica estera e per non parlare delle posizioni che adotta nei confronti dell’attuale crisi ucraina. Seguirà l’agenda Draghi, che poi è l’agenda Mattarella, che poi è l’agenda Ursula.
Staremo e vedere e saremo vedette ma siamo pessimisti e temiamo il peggio. Speriamo nel meglio, ovviamente. Speriamo in una presa di coscienza del popolo italiano. speriamo in un risveglio della gente, stranamente ancora assonnata ed intontita, speriamo nelle piazze.