Il vertice BRICS di Pechino appena concluso è stato vissuto in un panorama geopolitico internazionale molto turbolento. Covid 19, guerra globale, crisi climatica sembrano aver reso apparente quanto l’attuale sistema internazionale unipolare sia in fallimento e di quanto sia necessaria, a livello globale, una alternativa multipolare.

Partendo da queste basi il vertice BRICS ha evidenziato l’importanza dell’organizzazione stessa.

Il formato BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) è nato nel 2009 in seguito alla crisi finanziaria del 2007-2008. L’obiettivo principale del primo vertice BRICS (o BRIC come era allora) di quell’anno a Ekaterinburg era quello di migliorare la situazione economica globale e riformare le istituzioni finanziarie.

Sebbene questi paesi non siano uniti da alcuna ideologia particolare, ognuno ha visto la necessità di regolamentare il sistema economico globale che era stato distrutto con la crisi dl 2007-08 praticamente esclusivamente dagli Stati Uniti in un modo straordinariamente irresponsabile.  Già in quella prima occasione infatti il capo della Banca centrale cinese chiese senza mezzi termini di abbandonare il dollaro come valuta di riserva globale nel 2009 a causa della mancanza di fiducia nella leadership monetaria degli Stati Uniti.

Questo accadeva 13 anni fa ma la necessità di una nuova valuta di riserva è ritornata ad essere imminente non potrebbe essere più rilevante in questi giorni. In effetti Putin ha annunciato il 22 giugno, poco prima dell’ultimo vertice BRICS, che il gruppo stava effettivamente sviluppando la propria valuta di riserva basata su un paniere delle loro valute. Con questo, Putin afferma che il gruppo spera di sviluppare alternative allo schema di pagamento internazionale esistente.

Mentre questo potrebbe essere visto come provocatorio in Occidente, l’intento dei promotori è quello di rendere il sistema di scambio monetario estero più sicuro e meno soggetto alle iniziative dell’alleanza anglosassone.

Occorre notare come l’India ha respinto qualsiasi retorica “anti-USA” nella dichiarazione congiunta del gruppo, essendo un paese che è considerato parte del Sud del mondo, ad esempio un paese in via di sviluppo, e ha anche forti relazioni con l’Occidente.

Eppure, allo stesso tempo, è chiaro che tutti gli stati BRICS, compresa l’India, trarrebbero beneficio da un sistema economico e finanziario globale democratizzato. Questo è il motivo per cui Nuova Delhi non ha aderito alle sanzioni occidentali contro la Russia per il conflitto in corso in Ucraina, perché farlo non serve gli interessi economici dell’India – e stabilirebbe anche un brutto precedente in cui i paesi potrebbero essenzialmente essere esclusi dalla comunità internazionale per disaccordi politici.

I paesi dello BRICS vogliono assumere un ruolo serio nel bilanciare l’influenza degli Stati Uniti, della NATO e del prevalente sistema mondiale guidato dall’Occidente. La finanza e l’economia non sono una piccola parte di questo, e la spinta dei BRICS a stabilire alternative al sistema di Bretton Woods basato sul dollaro, fornendo credito al Sud del mondo senza condizioni politiche e stabilendo una nuova valuta di riserva con conseguente spinta straordinaria verso un futuro multipolare, forse la vera soluzione e salvezza di questo mondo in “decadenza” e subbuglio.

In effetti, i BRICS e i suoi membri hanno fatto molto per perseguire una cooperazione allo sviluppo a zero vincoli.  Già anni fa la Cina aveva già sostituito il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale come il più grande creditore netto del mondo all’inizio dell’ultimo decennio, espandendo gli investimenti in beni tangibili in tutto il Sud del mondo tramite le iniziative e gli investimenti strutturali del progetto “della via della seta”. Questa diviene quindi, oltre a un progetto economico anche una sfida alla banca mondiale e al fondo monetario internazionale.

Ma in una sfida diretta a queste due istituzioni guidate dagli Stati Uniti che si sono trasformate in armi di coercizione economica, i BRICS hanno istituito già dal 2014 la Nuova Banca di Sviluppo.

Un’altra area in cui i BRICS potrebbero diventare presto attivi è la sicurezza. La stabilità finanziaria ed economica è una parte inestricabile della sicurezza; senza un sistema economico e finanziario stabile non ci può essere pace sostenibile. Allo stesso modo, senza un quadro di sicurezza stabile, non ci può essere alcuna spinta per lo sviluppo umano che i BRICS e i suoi partner desiderano. Tra questi partner L’Argentina ha ufficialmente richiesto di entrare nel summit BRICS in contrapposizione al sistema di alleanze filo-americano.

Nel frattempo, mentre i BRICS concludono, oggi va in scena il G7 e fra qualche settimana anche la Nato si riunirà. G7 e Nato, due formati internazionali guidati dagli Stati Uniti.

La NATO redigerà il suo primo “concetto strategico” (l’ultimo risale al 2010). Si prevede che espanderà la portata del blocco militare ben oltre l’Europa e probabilmente verso l’Asia-Pacifico, rappresentando una seria sfida per il vicinato della Cina.

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